Internet of Things: quali le applicazioni possibili?
IoT: sviluppi degli oggetti connessi alla rete
Spiegato che cos’è l’Internet of Things, quali possono essere le applicazioni dell’IoT in Italia?
Dalla pubblica amministrazione alla sanità, dalla produzione che coinvolge l’industria 4.0, gli ambiti coinvolti sono diversi e diversi sono i gradi di sviluppo.
L’evoluzione di internet ha esteso il collegamento alla rete anche ad oggetti originariamente non connessi e a luoghi, che ora possono interagire con la rete e trasferire dati ed informazioni.
Questa è una sintetica spiegazione di Internet delle Cose (“Internet of Things” in inglese, abbreviato dall’acronimo IoT).
Il futuro delle nostre vite, sia quelle private all’interno delle mura domestiche che quelle in ambito pubblico, saranno sempre più influenzate da questa tecnologia.
Nonostante riviste e siti web più o meno competenti si stiano occupando dell’argomento solo di recente, questo fenomeno tecnologico ha trovato applicazione molto prima della nascita della sua stessa definizione. Pensiamo per esempio ai sistemi di controllo delle case che si celano sotto la definizione di ‘domotica’ o la possibilità di accendere la stufa con un sms e regolare la temperatura grazie ad una app dal proprio smartphone.
Gli utenti che utilizzano già oggetti collegati a internet spesso non sono consapevoli di essere già nell’era dell’Internet of Things.
La Commissione Europea ha pubblicato una serie di video per spiegare in pochi secondi cos’è l’Internet delle cose (in inglese) e come può trovare applicazione in diversi ambiti:
Internet delle cose: collegare, monitorare e agire
Internet delle cose indica la possibilità di collegare più apparati di uso quotidiano a internet con lo scopo di monitorarle, controllarle e trasferire informazioni tra di loro e poi svolgere azioni conseguenti.
Quali sono questi apparati? Alcuni esempi sono:
– termostati;
– rilevatori di luminosità;
– rivelatori di umidità;
– sensori ambientali e territoriali;
– videocamere;
– oggetti da indossare, come braccialetti connessi e orologi (da qui l’inglesismo wearable).
Tutti oggetti che grazie alla connessione alla rete assumono una identità (come aveva scritto George Orwell).
Lo stato dell’Internet delle Cose in Italia
Anche in Italia si vedono, seppur a diversi gradi di applicazione, i primi risultati concreti dopo diversi anni di curiosità e di sperimentazione dell’Internet delle Cose, dagli elettrodomestici come il frigorifero di casa, al semaforo intelligente che diventa verde se arriva un mezzo da una direzione se dall’altra non ne sta passando alcuno.
Secondo l’osservatorio IoT del Politecnico di Milano, il 79% dei consumatori italiani è disposto ad acquistare prodotti per una casa intelligente (Smart Home), con il 25% disposto a farlo entro un anno, dopo che nel 2015 ha registrato un boom dell’Internet delle Cose in Italia, con un aumento del 30% e il valore del mercato degli oggetti interconnessi vale 2 miliardi di Euro.
Contatori del gas e auto connesse fanno da traino ma per il 2016 si attende una crescita anche per le applicazioni Smart, come per esempio Smart Home, Smart City (il 60% dei comuni italiani con più di 20.000 abitanti ha già avviato progetti – soprattutto per gestione della mobilità e illuminazione intelligente) e Industrial IoT.
Nel 2015 Almaviva ha lanciato Giotto, la sua piattaforma per l’Internet delle cose che riesce a connettere diversi dispositivi e farli interagire tra loro e con le persone, i servizi e le applicazioni.
In ambito aziendale, possiamo individuare soluzioni per la supply chain basate su tecnologie RFId, che però in Italia stentano a trovare applicazioni, per diversi motivi culturali ed economici, così come per l’ambito sanitario, dove sono ancora scarse le applicazioni (eHealth, la IoT per salute e medicina) per il telemonitoraggio dei pazienti. Con una maggior diffusione, ridurrebbe i costi ospedalieri se il soggetto pubblico mirasse ai vantaggi di lungo termine.
Applicazioni dell’internet delle cose
L’applicazione dell’Internet delle Cose viene declinata con una terminologia che varia a seconda degli ambiti.
Grazie anche allo studio in alcuni istituti tecnici industriali e università di ingegneria, la più diffusa è la Robotica, che permette ai robot di svolgere compiti usualmente di competenza umana.
La Domotica è un ambito in fase di sviluppo e che attrae l’interesse di gran parte del pubblico. Si tratta della tecnologia dedicata alle abitazioni, per gestire da remoto impianti di riscaldamento e di sorveglianza ed elettrodomestici come frigoriferi e lavatrici.
Nell’industria automobilistica il passaggio dalla Smart, la city car che per dimensioni si riesce a parcheggiare con facilità, alle Smart Car viene spinto con forza dalle case costruttrici, che stanno studiano e lanciando un gran numero di applicazioni per la comodità e la sicurezza degli automobilisti. Si pensi per esempio ai sistemi di monitoraggio delle funzioni vitali che bloccano l’auto in caso di emergenza con contatto immediato al primo pronto soccorso più vicino.
Il passo successivo verso le auto a guida autonoma sembra essere prossimo, come stanno tentando Tesla, Google e Apple.
Si parla anche di Avionica, intendo i sistemi di pilotaggio e autopilota e di comunicazione sugli aerei.
Nell’industria biomedicale sono stati introdotti alcuni anni fa i primi metodi di gestione remota dei pazienti, con l’obiettivo di effettuare interventi chirurgici a distanza.
La Telemetria invece sviluppa la trasmissione di dati ed informazioni tra media.