IoT e guida autonoma

Il futuro dell’automotive è elettrico e automatico. Tesla, Mercedes-Benz, anche Apple e Samsung stanno investendo nella tecnologia che rende le auto sempre più connesse, mentre FCA collabora con Google per lo sviluppo di auto a guida automatica
L’IoT sale a bordo per guidare gli automobilisti verso un futuro sempre più comodo e sicuro.

IOT e guida autonoma

Fonte immagine: Chrysler

Dove sta andando l’auto?

Tranquilli, non abbiamo visto un’auto che si spostava da sola perché è stata parcheggiate in folle e senza freno a mano… è una domanda incline alla filosofia sul futuro del mercato automotive, recentemente sconvolto da dieselgate e stravolta dall’innovazione tecnologica sempre più rapida.

È proprio quest’ultimo argomento che riempie le discussioni su social media, forum, quotidiani, riviste più o meno specializzate: le auto non sono più solo un concetto di design ma grazie alla tecnologia, stanno diventando dei concentrati hi-tech, in nome della sicurezza e della comodità.
Al momento, stiamo inseguendo l‘internet delle cose, che sta rivoluzionando con discrezione le nostre abitudini, presto la situazione si invertirà trasformandosi da eccezione in regola quotidiana.
Come abbiamo visto, ci sono applicazioni ad uno stadio avanzato ed altre invece ancora in fase di sperimentazione.

La IoT sale in auto

Alcune soluzioni di Internet delle Cose già da qualche tempo sono state introdotte nell’elenco degli optional nel settore dell’automotive, con sistemi di sicurezza e di infotainment sempre più avanzati.
I dispositivi che registrano lo stato di salute del guidatore e che si fermano autonomamente in caso di valori anomali sono già diffusi. Purtroppo solo su alcuni modelli di fascia alta e quindi costose; come tutte le tecnologie presto vedrà una disponibilità più estesa a tutti i modelli e a un costo inferiore.
Il passo successivo va oltre il comfort e la sicurezza di guida. Azzera il piacere di guida, perché di fatto non guideremo più le nostre auto (pare che non ne avremo proprio di auto, almeno non di proprietà, ma questo è un altro discorso). Le prime auto dotate di sistema di parcheggio automatico (optional) sono già stata introdotte.
L’auto-connessa è il settore di punta dell’Industry 4.0 e a darsi battaglia non sono le case automobilistiche ma i colossi della digital economy e dell’hi-tech. O meglio, stiamo assistendo ad una stretta collaborazione tra queste industrie.

Guida autonoma disponibile su tutte le auto Tesla grazie alla Internet of Things

La casa costruttrice che sembra più vicina alla guida autonoma è Tesla. Tutti i modelli del brand di Elon Musk sono dotati di hardware che permette la guida autonoma capace di garantire un livello di sicurezza superiore rispetto a quello di un conducente umano, grazie a una tecnologia all’avanguardia.
Sensori di copertura a ultrasuoni con visibilità a 360° e con un raggio di 250 metri in grado di vedere attraverso la pioggia forte, la nebbia, la polvere e persino al di là delle auto precedenti.
Telecamere anteriori e retrocamere (grandangolare a 120°) non servono solo per le manovre di parcheggio e di retromarcia, ma sono parte integrante della dotazione hardware del pilota automatico.
Consentono una visualizzazione calibrata sia a breve che a lunga distanza e per controllare i punti cechi o per individuare vetture che si immettono improvvisamente, per la sicurezza sia a velocità moderate che elevate.
Il radar, con lunghezza d’onda capace di superare nebbia, polvere, pioggia, neve e anche le auto davanti, rileva gli oggetti che precedono l’auto.

Nel complesso, questi sistemi di sicurezza sono capaci di vedere in ogni direzione contemporaneamente e su lunghezze d’onda al di là di quelle dei sensi umani e offrono una visione della realtà più o meno circostante che il conducente non può avere.

Cosa saprà fare una Tesla dotata di Autopilot?
Saprà adeguare la sua velocità alle condizioni del traffico, resterà all’interno di una corsia, cambierà automaticamente corsia senza l’intervento del conducente, cambierà da un’autostrada all’altra, uscirà dall’autostrada all’approssimarsi della destinazione, parcheggerà da sola in prossimità di uno spazio libero ed entrerà o uscirà autonomamente dal garage.
Ed altre funzioni sono in via di definizione e saranno aggiunte man mano che Tesla riceverà l’approvazione dalle autorità competenti.

Non c’è altro da fare che salire a bordo e dire all’auto dove si vuole andare.
Oppure farà tutto lei, cercando l’ultima destinazione raggiunta registrata, calcolando l’itinerario ottimale. Una volta davanti il cancello di casa e uscito dall’auto, la Tesla inserirà la modalità di ricerca parcheggio, cercando automaticamente un posto ed entrandoci da sola e con un click sul telefono ritornerà indietro.
Tesla al momento precisa che la funzionalità di guida autonoma dipende da una complessa convalida del software e dall’approvazione da parte delle autorità competenti, che può variare ampiamente a seconda della giurisdizione e non è ancora in grado di sapere quando saranno disponibili tutti gli elementi della funzionalità descritte, perché tutto dipende dall’approvazione delle autorità locali.

FCA e Google al CES 2017 per la guida autonoma grazie alla IoT

Un esempio lo abbiamo visto al CES (Consumer Electronics Show) 2017 di Las Vegas: il gruppo FCA ha scelto questo palcoscenico per presentare in anteprima mondiale la Chrysler Portal Concept, primo prototipo elettrico con guida autonoma del gruppo italoamericano.
Ma FCA sta collaborando con Google: sono stati consegnati 100 minivan ibridi Chrysler Pacifica a Waymo, la neonata società tramite la quale The Big G si occupa di auto a guida autonoma, per dei test su strada.
Il sistema di infotainment è dotato di riconoscimento facciale dei passeggeri; configurazione automatica dei parametri di bordo; servizi cloud e controllo remoto della domotica.
E poi è dotata di guida autonoma di livello 3: vale a dire che la Pacifica può eseguire in autonomia manovre complesse come svolte, cambi di corsia e sensi di marcia. Può anche reagire attivamente a eventi previsti ed imprevisti: per esempio evitare ostacoli o frenare in caso di rallentamenti delle altre vetture che la precedono.
Questo però non significa che chi è seduto nel sedile del guidatore possa prendersi la libertà di non prestare attenzione alla strada, perché deve essere sempre pronto a intervenire prendendo il comando del volante se la situazione (o la guida autonoma) lo richiedesse.
FCA e Google hanno incluso anche il sistema per lo scambio di informazioni con le infrastrutture e con altri veicoli attraverso la tecnologia V2X (Vehicle-to-X).
Per l’avviamento del veicolo c’è il riconoscimento vocale biometrico del conducente (o di chi si siede sul suo sedile) e per controllare le altre funzioni ci sono i comandi gestuali.

BMW, Audi e Volkswagen al CES 2017 con la sua auto a guida autonoma

La rivalità tra Italia e Germania è alta in ogni ambito. Anche in quello automobilistico.
BMW punta su un sistema di guida intelligente più che di guida autonoma, concepito per leggere il contesto nel quale si trova e riconoscere le situazioni che non può gestire autonomamente. Per i tecnici BMW è l’auto che richiede l’intervento del conducente, attraverso dei comandi vocali attivabili con una interfaccia conversazionale. Oppure, i comandi si possono attivare grazie ad un ologramma e sono controllabili senza sfiorare nessuna superficie.

Audi tramite un sistema di autoapprendimento permette ai suoi veicoli di imparare (proprio così) e interpretare le situazioni, aggiornandosi continuamente con nuove informazioni, elaborando i dati relativi al rilevamento dell’esterno (le altre vetture, i semafori, i servizi pubblici).

Le automobili Volkswagen proiettano su un cruscotto speciale la ricostruzione in 3D di quello che il guidatore osserva. Un sensore rileva la capacità di attenzione del conducente leggendone lo sguardo e ripropone le informazioni nel punto esatto in cui si va a collocare il punto di attenzione del guidatore, che è costretto a non distrarsi.
Questo sistema si abbina a un assistente vocale personale basato su Amazon Alexa Voice Service, pensato sia per la gestione dei servizi per il guidatore e per servizi che ci accompagnano in altri contesti come ad esempio in garage o in casa.

Apple sviluppa la sua auto a guida autonoma

A ottobre scorso Tim Cook, il boss di Apple, aveva annunciato di ritirare il progetto di auto a guida autonoma. Dopo pochi mesi, a dicembre, sul Financial Times si leggeva del rilancio del progetto di una auto-robot che si guida da sola, con tanto di richiesta alla NHTSA, l’ente americano che vigila sulla sicurezza stradale e che ha stroncato Volkswagen e ora ci sta provando con il gruppo FCA.
Secondo Apple, il suo modello intende rivoluzionare la mobilità a 360° portando “significativi benefici all’umanità” salvando vite e evitando incidenti grazie alla tecnologia e all’integrazione uomo-macchina. Quindi si tratta di un passo ulteriore rispetto a quanto si vociferava in precedenza, quando Apple era interessata solo a fornire la tecnologia per un’auto a guida autonoma. Ora sembrerebbe intenzionata a costruire un’auto con il marchio della mela morsicata.

 

Immagine di copertina: via Chrysler