A Treviso un vigneto con sensori IoT

La realtà vitivinicola Terre Grosse di Treviso ha adottato un sistema per il monitoraggio del vigneto con sensori che registrano parametri come l’accrescimento della vegetazione e l’accumulo di rugiada. Questo esperimento è stato fatto soprattutto a difesa del biologico, caratteristica molto importante che valorizza il prodotto e l’azienda stessa.
Essenziale è, soprattutto in questo momento, che le realtà produttive italiane diventino più forti e migliorino ulteriormente il proprio prodotto, in vista di una ripresa a seguito dell’emergenza data dal Coronavirus.

Vediamo allora il buon esempio di Terre Grosse. La cantina nel 2018 ha ottenuto la certificazione di cantina bio. Un traguardo che è stato tutt’altro che semplice da raggiungere, considerato che il territorio in cui opera è molto umido e piovoso e le varietà di vite diffuse nell’area sono particolarmente esposte ad alcune patologie. Per questo motivo, non utilizzare sostanze chimiche è stato per l’azienda particolarmente difficile. Come si è organizzata Terre Grosse?

A Treviso un vigneto con sensori IoT

A seguito dell’avvento di una nuova generazione a guida dell’azienda vitivinicola, è stato sperimentato un sistema che utilizza l’Internet of Things nella coltivazione delle vigne. In particolare si tratta di un sistema IoT specifico per il monitoraggio del vigneto, con sensori per la raccolta di parametri come l’accrescimento della vegetazione e l’accumulo di rugiada, realizzato per tenere sotto controllo i tassi di umidità.
Questi dati sono stati poi elaborati attraverso un software sviluppato sempre per Terre Grosse, per ottenere indicazioni sui tempi, sugli eventuali fattori e periodi di rischio, e sulle quantità dei trattamenti da effettuare.

Grazie a sistemi IoT correttamente sviluppati sulle esigenze di un prodotto, ancora una volta un’azienda è riuscita a migliorarsi e ad avere uno sguardo proiettato sul futuro.